Cool  Drum
Gene Krupa


Quanti di noi batteristi hanno pensato almeno per una volta di alzarsi dal proprio sgabello e scambiare il proprio ruolo con la figura del chitarrista o meglio ancora del cantante? E tutto questo perché? Solo per provare la sensazione di stare al centro del palco, di potersi muovere e di essere al centro dell’attenzione del pubblico accorso a vedere il concerto, ecco perchè.GeneKrupa
Invece noi siamo seduti dietro ad uno strumento che quasi ci nasconde, ci obbliga a stare fermi e come se non bastasse viene quasi sempre posizionato in fondo al palco, dietro ad i nostri colleghi. In verità alcuni grandi nomi della batteria non solo ci hanno pensato, ma hanno anche inventato diversi modi per distogliere gli occhi del pubblico dai nostri colleghi per poi dirigerli verso di noi. Pedane che si alzano, batterie che volano, drum kit che ruotano su se stessi, drum set che viaggiano su rotaie, batterie trasparenti, piatti colorati, bacchette che si illuminano, gong che prendono fuoco e chi più ne ha più ne metta.

Per un cantante è più facile cogliere l’attenzione del pubblico, basta un piccolo gesto, un piccolo sguardo o un piccolo salto per mandare il pubblico in visibilio. Per noi è molto più complesso, perché come già detto prima, noi non siamo davanti al palco ed il nostro strumento ci immobilizza.
Tutto ciò è fantastico! È come se subentrasse una sfida con noi stessi, ci troviamo costretti ad inventare qualcosa per non cadere nella banalità, poiché la banalità, a noi non è concessa (non possiamo certo correre sul palco come David Lee Roth).

In questa rubrica voglio proprio trattare di tutti quei batteristi che hanno reso il nostro strumento “Cool”, esaltando quindi la figura del batterista, come ad esempio Tommy Lee, Joey Jordison, Mike Portnoy, John Bonham, Gene Krupa e molti altri.
Naturalmente ci sono batteristi che per incantare il pubblico si sono serviti di note aziende che hanno portato grandi invenzioni nel mondo della batteria. Tratterò quindi anche di batterie trasparenti, di piatti colorati, di bacchette che si illuminano e così via.

GENE KRUPA – Tra la musica e lo spettacolo

Oggigiorno non è certo facile pensare a un mondo senza batteristi che non lancino bacchette e che non le facciano roteare.
Ma immaginate gli anni venti, quando la batteria muoveva i suoi primi passi nella storia, nata qualche decennio prima negli Stati Uniti dalla fusione dei vari componenti percussivi delle bande. Ebbene si, proprio in quel periodo un giovane batterista di Chicago oltre ad impressionare il pubblico per le sue doti tecniche, pensò bene di ipnotizzare la gente con i suoi giochetti come fosse un mago.
Parlare di Gene Krupa è come parlare di Elvis.
La domanda che vi pongo è:
“Chi c’era prima di Elvis a fare quello che ha fatto?”.
“NESSUNO!”, Vi rispondo io.
Elvis ha rivoluzionato il mondo della musica quanto Gene Krupa ha rivoluzionato il nostro amato strumento.
Noi tutti abbiamo sicuramente i propri batteristi di riferimento; ma nel 1920 quanti batteristi conosciuti esistevano?
Di sicuro un batterista di quel periodo non poteva prendere spunti da John Bonham, Terry Bozzio o Billy Cobham, i batteristi erano molto meno e quello più influente per Krupa è stato sicuramente Baby Dodds.
Pensate quindi per un ragazzo cresciuto in un periodo con pochissima informazione musicale (non esistevano certo i videodidattici, o i seminari con Virgil Donati) quanto sia stato difficile rivoluzionare in tale maniera il nostro strumento. Vi chiederete sicuramente “In che modo ha rivoluzionato la batteria?”.
La mia rubrica, come spiega la presentazione, tende ad analizzare il lato più “visivo” e “estetico” del nostro strumento. E Gene Krupa non poteva che inaugurare questa rubrica, in quanto ideatore della figura batterista/show-man.
Pensate che dopo quattro anni passati a suonare con il clarinettista jazz Benny Goodman, Krupa dovette interrompere il sodalizio a causa delle loro forti e conflittuali personalità. Krupa riusciva a mettere in ombra, durante i concerti, tutti gli altri solisti e perfino i capi-orchestra!
Proprio per questo motivo, nel 1938, interrotto il sodalizio con Goodman, forma una sua band raggiungendo l’apice del successo nei primi anni quaranta.
Sicuramente tutti noi avremo sentito almeno una volta “Moby Dick” dei Led Zeppelin o “The Mule” dei Deep Purple, dove sono contenuti due splendidi assoli di batteria.
Forse non sapete però, che Gene Krupa fu il primo batterista in assoluto a registrare un brano dove sia contenuto un drum solo…. proprio come “Moby Dick”; l’unica differenza sta nel fatto che Paice e Bonzo l’hanno fatto circa quarant’anni dopo.

Anche lo strumento batteria beneficiò della grande notorietà che colpì molto presto lo showman-batterista.
Vi consiglio vivamente di andarvi a vedere qualche video su you-tube per ammirare cosa non facesse su quello sgabello; cose che oggi vediamo di continuo, ma negli anni venti sicuramente la gente nemmeno le sognava.
Guardatevi in particolare il famoso video della “Drum Battle”.
La prima vera “sfida” tra due batteristi nella storia …e che batteristi! Krupa contro Buddy Rich, suo grande amico. Tra l’altro i due batteristi hanno anche registrato un album assieme “Krupa & Rich”, pubblicato nel 1955.

Tutto questo che vi ho narrato potrebbe bastare a fare di un batterista un genio, ma Krupa non si fermò qui!
Gene fu il primo in assoluto a pubblicare un metodo di batteria nel 1938. Un metodo, il suo, che risulta “moderno” ancora oggi e che tutti i batteristi hanno sicuramente consultato.
Gli argomenti trattati da Gene nel suo metodo sono davvero vari; spiega la scelta delle bacchette e la conseguente impugnatura, il solfeggio ritmico, i rudimenti fondamentali, la trascrizione di alcuni brani, l’uso delle spazzole. Ovviamente tutto correlato di immagini illustrative. Potremo definirla sicuramente l’enciclopedia della batteria moderna.
Ricordo che Gene Krupa fu endorser delle batterie Slingerland dal 1936 al giorno della sua morte (16 Ottobre 1973) e dei piatti Zildijan.

Questo grande batterista ha aperto sicuramente la porta a tanti suoi eredi. Chi sono gli eredi?
Lo scoprirete nella prossima puntata…

 

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Categorie: Reportage