Hal Blaine
batterista dei Wrecking Crew Drummer e membro della Rock Hall of Fame, muore a 90 anni

AP Photo/Kevork Djansezian

Il batterista Hal Blaine, motore ritmico di dozzine hits di successo negli anni ’60 e ’70, élite onnipresente nelle formazioni di musicisti di successo, session drummer di prima scelta della Hollywood musicale, è morto lunedì a 90 anni.

Secondo quanto si legge nella pagina Facebook ufficiale “La famiglia apprezza i messaggi di sostegno e le preghiere rivolte ad Hal da tutto il mondo e chiede rispettosamente la privacy in questo momento di grande lutto. Non verranno rilasciati ulteriori dettagli in questo momento.” 

La grandezza del batterista si evince da una banale e semplice constatazione: Blaine è apparso in oltre 35.000 registrazioni e circa 6.000 singoli! 

Seppur sconosciuto ai più giovani la batteria di Blaine si poteva trovare su tutte le Hot 100 ma lui amava essere e non apparire. Famosa la sua frase “Non sono un batterista appariscente… non ho mai voluto essere una star. Volevo soltanto essere un grande accompagnatore”. 

Ha partecipato alla maggior parte delle produzioni di “Wall of Sound” di Phil Spector, tra cui “Be My Baby” di Ronettes, che ha rappresentato forse l’intro di batteria più indelebile nella storia del rock ‘n’ roll. È anche apparso in molti dei dischi più famosi dei Beach Boys, incluso il classico album del 1966 “Pet Sounds” e il singolo sperimentale dello stesso anno, “Good Vibrations”.

Blaine è stato artefice di successi come “He’s a Rebel” dei Crystals, “Mr. Tambourine Man” dei Byrds, “Strangers in the Night” di Frank Sinatra, “Mrs. Robinson” di Simon & Garfunkel, “Bridge Over Troubled Water” dei 5th Dimension’s, “Aquarius/Let the Sunshine In” dei Crpenters, “Close to You” e “The Way We Were” di Barbra Streisand. 

Il più versatile tra i batteristi studio, Blaine ha anche partecipato a progetti importanti con Elvis Presley (sia nelle registrazioni che nei film), Sam Cooke, Dean Martin, Jan & Dean, Johnny Rivers, i Monkees, Herb Alpert e i Tijuana Brass, Nancy Sinatra, i Mamas and Papas, Cher, John Denver e Steely Dan. 

Alla fine potrebbe essere più facile elencare i musicisti con cui non ha suonato durante i suoi anni di lavoro svolti in quel meraviglioso periodo d’oro durante il quale gli studi di Hollywood come Capitol, Gold Star, United, Western e RCA sfornavano musica di qualità. E come se non bastasse il lavoro di Blaine comprendeva anche colonne sonore per film e TV. 

Uno dei batteristi più versatili nella scena di L.A., Blaine ha attribuito la sua popolarità di session man alla sua sensibilità verso le specifiche esigenze di una canzone, “Ero come un pittore mentre accompagnavo con la batteria. Usavo le mie bacchette come i pennelli di un pittore e ho riempito gli spazi e colorato il mio lavoro seguendo questo principio.” Disse una volta a Diken. 

Blaine è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame come sideman nel 2000 e ha ricevuto un Lifetime Achievement Award dalla Recording Academy nel 2018. 

Nacque a Holyoke, MA, il 5 febbraio 1929 e il suo vero nome era Harold Simon Belsky. La sua famiglia si trasferì in California nel 1943. Studiò con Roy Knapp, l’insegnante di uno degli idoli per noi batteristi: Gene Krupa. Agli esordi ha suonato per anni con la Big Band di Count Basie e dietro a talenti pop come i vocalist Patti Page e Tommy Sands, prima di diventare un vero e proprio session man grazie all’aiuto del suo amico Earl Palmer. 

“Earl è stato il vero responsabile e artefice del mio ingresso nel mondo del rock ‘n’ roll”, disse un giorno, “Era così impegnato che ha iniziato a passarmi i lavori in studio che non poteva seguire.” 

Tramite il sassofonista Steve Douglas, Blaine divenne il batterista in carica delle favolose prime sessions degli anni ’60 alla Gold Star, registrando per artisti del calibro di Ronettes, dei Crystals, Bobb B. Soxx & the Blue Jeans e Darlene Love. 

La sua generazione di musicisti in versione casual includeva i chitarristi Glen Campbell, Tommy Tedesco e Barney Kessel, i bassisti Ray Pohlman, Joe Osborn e Carol Kaye ed i tastieristi Randi, Larry Knechtel e Al De Lory. Alla fine avrebbero sostituito la vecchia guardia di musicisti conservatori che li avevano preceduti negli anni ’40 e ’50 (gli uomini che Blaine definiva “i ragazzi blazer blu”).

“Ho coniato il nome di Wrecking Crew”, ha detto Blaine ad Amendola, “in modo che tutti i ragazzi in giacca e cravatta avrebbero potuto dire: ‘Oh, no, questi ragazzi con i blue jeans e le magliette stanno per distruggere il business.’”. 

Alla fine, Blaine divenne un animale da studio, suonando fino a tre progetti al giorno e, a volte, dormendo in studio se avesse avuto una session mattutina nella stessa struttura. 

L’atmosfera della classica scena da studio degli anni ’60 è stata amorevolmente ricreata nel biopic di Bill Pohlad del 2014, “Love and Mercy”, in cui Blaine è interpretato da Johnny Sneed. 

Blaine ha pubblicato quattro album strumentali con il suo nome tra il 1963 e il 1968 ma ha trovato sempre del tempo occasionale per suonare live nonostante la sua fama. 

Tuttavia, come notò Blaine nel documentario di Denny Tedesco del 2008 “The Wrecking Crew”, il vento cambiò nella musica popolare enfatizzando artisti che scrivevano e suonavano la loro musica decretando, così, la fine della Wrecking Crew nei primi anni ’70. 

Il lavoro di session man si andò piano piano prosciugato e Blaine, insieme ad alcuni dei suoi contemporanei, iniziarono a gravitare sempre più intoro al cinema e alla televisivo. Le sue batterie possono essere ascoltate sui temi di queste sitcom come “Three’s Company” e “The Brady Bunch”.

Nella tarda età, Blaine, spesso imitato, ha mantenuto un profilo come musicista professionista, esibendosi in fiere come il NAMM in L.A. su base quasi annuale e tenendo seminari e laboratori di batteria in tutti gli Stati Uniti. 

Nel febbraio del 2019, ha suonato alla sua festa per il 90° compleanno allo Studio City club di Don Randi “the Baked Potato”; tra gli ospiti dell’evento ci furono Charlie Watts dei Rolling Stones e Denny Seiwell dei Wings. 

“E ‘stata una notte meravigliosa, vedere tutti i più famosi batteristi del mondo”, ha detto Randi. “Tutti i batteristi che lo emulavano erano lì per sentirlo suonare.” 

Blaine è stato sposato e divorziato cinque volte.