La Lunga Notte della Batteria

memorial Enrico Lucchini del 2009

Il 2009 è l’anno del decennale del Lucchini day, la manifestazione nazionale in onore del grande batterista Enrico Lucchini, il “Maestro dei maestri”. Per questo 2009 è stata scelta una location d’eccezione: la splendida cornice offerta dal Teatro dal Verme di Milano.

Lo spettacolo inizia con un bellissimo siparietto di Max Furian che racconta alla numerosa platea della sua recente caduta (con tanto di escoriazioni vere!) seguito dall’entrata in pompa magna della DRUMMERIA al gran completo, con Pellegatti, Bandini, Meyer e Calloni, completamente fasciati con garze e cerotti in segno di solidarietà nei confronti dello sventurato compagno Max.
Dopo questa simpatica introduzione si passa a fare sul serio, esibendosi in un bellissimo medley di canzoni solo con l’accompagnamento di batteria (un pezzo del set per ogni uno di loro) e voce.
Grandi applausi e finale coinvolgente.

Sale sul palco il presentatore ufficiale della manifestazione Claudio Formisano in rappresentanza del DISMA il quale, dopo aver ringraziato i musicisti che accompagneranno le esibizioni degli artisti, passa a presentare il primo ospite della serata.

Lele Boria ,batterista di Milano con all’attivo tantissime collaborazioni in jazz-fusion e latin che, accompagnato da Gigi de Martino al basso e Max Ferri alla chitarra, si cimenta in 2 brani: il primo inedito del trio e il secondo “RED BARON” di Billy Cobham. Lele sfoggia una tecnica brillantissima, un groove solido, accurato e un bellissimo fraseggio durante i soli.

E’ il turno di Matteo Mammoliti, accompagnato da un quartetto di piano, contrabbasso, tromba e sax, che si esibisce in un bellissimo brano che spazia tra lo swing e il latin. Matteo, giovanissimo ma già parte integrante della band di Tullio De Piscopo da diversi anni, sfoggia una notevole tecnica e un gran gusto, soprattutto nei soli.

Altro batterista è Giampaolo Lancillotti, batterista storico dei nomadi che con Paolo De Matteis al Piano, Marco Formentini alla chitarra e Giorgio Lolli al basso presenta Status, un brano di B. Cobahm.

E’ la volta di Gaetano Fasano, che suona con la house band composta in una ormazione alquanto inconsueta che annovera Fabrizio Bernasconi al piano, Marco Micheli al Basso, Giancarlo Porro al sax, Pietro Tonolo al sax e Manuele Cisi al sax.
Suonano un brano di Gershwin “I got Rhythm” e Gaetano, in perfetto stile big band, è strepitoso in tecnica, musicalità, gusto e chi più ne ha più ne metta!

È un susseguirsi di ritmo, musica e tecnica strepitosa che lascia senza fiato. Sul palco sale Emanuele Urso con Giancarlo Porro (sax), Fabrizio Bernasconi (piano) e Marco Micheli (basso).
Eseguono due brani in stile Krupa, con bellissimi soli e tanto show con giri e lanci di bacchette sia all’interno del groove che nei soli. Grande coinvolgimento da parte del pubblico, che alla fine ringrazia Emanuele con una “standing ovation” per la sua bella performance.

Arriva quindi una scarica di rock targato Roberto Gualdi batterista che vanta collaborazioni con Dalla, PFM, Dolcenera e che con i “Four Tiles” (Guido Block, Cesareo, Stefano “Sebo”Xotta) trascinano la platea con Black Betty. Simpatica la scena all’inizio con Gualdi che parte con un groove alla Pausini prima e jazz poi, ma viene puntualmente interrotto e schernito dagli altri componenti della band.

E’ il momento di Maxx Furian, accompagnato da Marco Bianchi al Piano e Enzo Frassi al contrabbasso. Suonano due bellissimi brani di Bianchi, in perfetto stile jazz alternando bacchette e spazzole con un set minimale composto solo da cassa, rullante, hi-hat, e ride. Proprio “come mi aveva sempre detto Lucchini” ci racconta in un secondo momento.
Strepitosamente bravi tutti.

E’ il turno del patron della manifestazione Mister Paolo Pellegatti che non ha bisogno di presentazioni (anche perchè la lista delle collaborazioni è infinita e nonostante l’elasticità del web sarebbe troppo lunga da esporre). Insieme alla house band Paolo da sfoggio a tutta la sua bravura e tecnica con grande energia e bravura da parte di tutti i musicisti.

Bruno Farinelli, batterista che ha all’attivo collaborazioni importanti suona con Luigi Bonafede, Sandro Gibellini, Marco Micheli, Pietro Tonolo ed Emanuele Cisi è molto solido, grande groove e bellissimo nel solo finale.

A questo punto Paolo Pellegatti spezza il ritmo, salendo sul palco per i ringraziamenti di rito a tutto lo staff, ai tecnici, ai fornitori di strumenti e audio e anche ad Amref che ha consegnato della targhe autografate dai batteristi italiani i quali hanno donato 5 cisterne d’acqua per le popolazioni africane.

Si riprende con la musica ed è il momento di Mario Riso che con il suo progetto Rezophonic è impegnato in prima linea per aiutare le popolazioni africane.
Suona con i MOVIDA con Gianluca Battaglion, Ivan lodini e Giovanni Frigo un brano inedito che diventa uno “strumentale”, come dice lui stesso, per la mancanza del cantante che non è potuto intervenire alla manifestazione.
Grande energia sul palco e nel teatro per il secondo momento rock della serata.

E’ la volta di Roberto Gatto. Anche per lui inutile fare presentazioni. Basta solo dire : jazz all’ennesima potenza con fraseggi, improvvisazioni e…. “MUSICA a 360 gradi”.

Arrivando verso il finale si sale con la febbre del ritmo e salgono altri big della batteria italiana. E quindi dopo Gatto, è il turno di Ellade Bandini, anche lui con la House band, in una “groovata” fantastica.

Viene, poi, il turno di Christian Meyer in una inedita veste. Con Fabrizio Bernasconi al piano e Emanuele Urso al clarinetto, suona un brano anni ’30 con solo rullante e spazzole.
Grandissima energia, tanta bravura da parte di Christian e piacevolissima sorpresa di Urso che sfoggia una grandissima padronanza anche al clarinetto.
Applausi a scena aperta alla fine del brano.

Il finale è affidato nelle mani del maestro Tullio De Piscopo che, salendo sul palco, ricorda che quest’anno è il centenario della nascita della batteria. Con un set anomalo, con ancora l’hi.hat basso al piede (come i primi che furono inventati) parte in un solo che coinvolge tutti i presenti. Passa poi sul suo set e con una formazione composta da sax, piano (Dado Moroni) e contrabbasso, suona il suo jazz, con una padronanza uno stile che non ha eguali.

Con Tullio si chiude la Lunga Notte della Batteria, memorial Enrico Lucchini del 2009 che, anche quest’anno, ha portato sul palco alcuni tra i nomi più noti e più interessanti del panorama batteristico italiano.
L’ appuntamento è fissato per il prossimo anno, per una manifestazione che, giunta al suo decennale, non smette ne di stupire e crescere.