A tutto SMIMMO!!!
Due chiacchiere con Emanuele Smimmo

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Emanuele Smimmo è originario della Sardegna ma vive ormai a Roma da molti anni, batterista noto sopratutto in ambito didattico e nel latin-jazz, studia tra gli altri con Horacio “El Negro” Hernandez e con Gary Chafee. Lo incontriamo nel suo box a Roma in una piacevole mattinata e ne esce fuori una bellissima chiacchierata con un ragazzo appassionato e molto umile ma comunque con una fortissima personalità e sopratutto di una simpatia dilagante.
La cosa che colpisce nel parlare con lui è che mentre racconta si vede, dall’espressione del suo viso, la passione per la musica, rivivono nei suoi racconti tutti i sacrifici fatti e la voglia di non fermarsi di andare sempre avanti di non sentirsi mai arrivati. Dotato di una grande tecnica, è un batterista molto prepararato. Ci parla di come ha cominciato di come ha studiato e di come…

Planet Drum – Emanuele parlaci di come ti sei avvicinato alla musica.

Emanuele Smimmo – Da quello che mi raccontano, intorno ai 4 anni percuotevo tutto quello che mi capitava, pentole, scatole, giocattoli. A 6 anni ho preso le mie prime lezioni in Sardegna, da un maestro di conservatorio polistrumentista. Questo è stato un approccio molto importante, perchè ho subito suonato su degli arrangiamenti, suonavo tutte le percussioni e un’ibrido di batteria formato da ride, hi-hat e rullante. Tutto questo per 5 anni.
Parallelamente, ho intrapreso anche lo studio melodico-armonico, con lo stesso insegnante. A 11 anni c’è stato il vero e proprio approccio alla batteria, il mio primo drum set è stato una Ludwig. Da li ho studiato sui metodi classici: Gene Krupa, Jim Chapin… Ma ero ancora bambino, e come tutti i bambini volevo giocare.

Planet Drum – E poi? EmanueleSmimmo_2008

Emanuele Smimmo – E poi, un incontro importante intorno ai 15 anni. Conobbi un grande amatore di jazz e ho girato molto per la Sardegna, frequentando molti festival. In uno di questi conobbi quello che secondo me è uno dei più grandi talenti nostrani: Alberto D’Anna, batterista partenopeo, che vidi in trio assieme a Riccardo Lai al contrabbasso e Antonello Salis al piano.
Quella fu una folgorazione! Rimasi in contatto con Alberto D’anna che mi suggerì di spostarmi a Roma o a Milano e visto che lui viveva a Roma, a 17 anni, decisi di andare a studiare da lui nella scuola “Timba” spostandomi in nave ogni 15-20 giorni.
Finito il liceo, intorno ai 19 anni, ero già a Roma, a casa di Lorenzo Tucci. Studiavo e lavoravo al Timba in segreteria. Fu fondamentale l’incontro con Horacio “El Negro” Hernandez che insegnava li. Studiavo con lui e sono stato affascinato dalla sua grande personalità sia musicale che umana. “El Negro” all’epoca era “la novità” nel mondo della batteria, legai molto con lui nacque una bella amicizia, infatti anche dopo la sua partenza per gli Stati Uniti siamo rimasti in contatto.

Planet Drum – A quanto pare il Timba è stato un luogo importante per te.

Emanuele Smimmo – Senza dubbio lo è stato e lo è tutt’ora. Il Timba è un catalizzatore di incontri, per esempio grazie ai laboratori di percussioni etniche, caraibiche e brasiliane, ho avuto l’opportunità di studiare e successivamente lavorare con musicisti del calibro di Roberto Evangelisti, Dimas Camargo e Paulo La Rosa. Grazie a questi laboratori, ho capito il linguaggio di questi stili musicali, ed è stata una formazione che poi mi ha agevolato molto nel lavoro.

Planet Drum – Parlaci delle tue prime esperienze lavorative.

Emanuele Smimmo – “El Negro” partì per gli Stati Uniti e lasciò il posto di batterista nella band degli Yampapaya. David Hoffman fondatore del gruppo mi fece un provino e così a 19 anni mi ritrovai a sostituirlo. Questo gruppo aveva 4 peculiarità, la prima che era musica originale, la seconda che era “World Music”, la terza che era cantato in inglese, la quarta che ogni componente proveniva da paesi diversi. La band era formata da: Paulo La Rosa, Javier Girotto, Karl Potter, Roger Sabalecco e David Hoffman. Incisi con loro il mio primo disco a 20 anni, “Eyes to see world” a cui seguì un mini tour.

Planet Drum – Sei stato negli States, raccontaci la tua esperienza.

Emanuele Smimmo – Un sogno. Avevo questa forte ambizione di andarci ero e sono un patito di Vinnie Colaiuta di cui ho trascritto davvero tante cose. Nel 1996 sognavo di andare a studiare da Gary Chafee suo insegnante. Quando partii avevo 23 anni. Lavorai 3 mesi per mettere i soldi da parte, arrivai negli States con 2 milioni di vecchie lire che dopo soli 3 giorni finirono tra affitto-box e materasso. Trovai subito un lavoro in un ristorante italiano a Boston, grazie al quale mi pagavo affitto del box, lezioni e affitto della casa. Studiai 8-10 ore al giorno per un anno, poi scappai.
Devo tutto a quel periodo, sia come musicista che come insegnante. Prima di partire non ottimizzavo lo studio, lì ho imparato il modo per risolvere i miei problemi batteristici.
Quando ero li, andavo i fine settimana a New York a trovare “El Negro” grazie al quale ho conosciuto tantissimi grandi musicisti, tra i quali i fratelli Brecker. Adesso mi piacerebbe tornare negli States come musicista, magari con un mio progetto.

Planet Drum – Appena sei tornato?

Emanuele Smimmo – Fortunatamente ho sempre tenuto buoni i contatti in Italia e appena tornato, ho fatto dei tour con Teresa De Sio. Poi inizia ad insegnare al Timba (dove tutt’ora insegna nda.) sperimentando subito tutto quello che avevo appreso negli States.
Mi piace molto insegnare, è un mettersi in discussione, per me è una parte fondamentale del lavoro di musicista. Ho tantissimi allievi che vengono da tutta Italia e ognuno di loro mi da uno stimolo in più.

Planet Drum – Progetti Futuri?

Emanuele Smimmo – Il mio intento è quello di avere dei progetti da leader o suonare in situazioni musicali molto stimolanti, non ho l’ambizione di essere turnista, preferisco suonare nei tantissimi festival jazz come artista.
I progetti dove attualmente sono coinvolto sono 2 trii: il primo è “WASABI” con Lorenzo Feliciati e Alessandro Gwis dove suoniamo Jazz-Rock, il secondo “L.E.F.T.” con Lutte Berg e Francesco Puglisi e il quartetto Latin-Jazz “Manantiales” dov’ è previsto l’uscita del secondo disco.

www.emanuelesmimmo.com
www.myspace.com/smimmodrums