ALESSANDRA MASSARI
Una percussionista d’eccezione alla corte della MEINL

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Quando ho avuto modo di contattare Alessandra e parlarle al telefono sono rimasto colpito dal suono della sua voce. La calma, la tranquillità e la consapevolezza echeggiava in ogni sua frase. Sono stato felicissimo di poterla intervistare e ancora più felice di poter ospitare una rubrica didattica di una professionista a 360 gradi. Alessandra Massari non è “solo” una percussionista e professionista in musicoterapia (AIM – Associazione Italiana Professionisti della Musicoterapia) è anche una facilitatrice Drum Circle che, grazie alla nuova rubrica su Planet Drum inerente la musicoterapia, vi aiuterà a conoscerla meglio.

Marco Mammoliti – Ciao Alessandra e grazie per la tua disponibilità sia nel rispondere alle nostre domande sia, e soprattutto, per la tua disponibilità nel curare una rubrica sulla musicoterapia su Planet Drum.

Alessandra Massari – Ciao Marco, grazie a voi per l’opportunità che mi avete dato. Ne sono davvero felice.

M.M.- Partiamo dal principio. Ti sei avvicinata al mondo delle percussioni all’età di 19 anni. Non giovanissima ma da li in poi sei stata un treno di esperienze (i viaggi in Africa), impegni (corsi di studio, musicoterapia) ed emozioni (percorsi artistici). Parlaci dei tuoi studi, della tua impostazione e di come ti sei avvicinata al mondo della musica?

A.M.- Mi sono avvicinata al mondo delle percussioni dopo un meraviglioso viaggio in Africa, fatto insieme ad una mia carissima compagna di classe togolese, subito dopo aver conseguito la maturità scientifica. L’impatto è stato forte ed emozionante, mi sono ritrovata di colpo immersa in una realtà completamente diversa da quella che vivevo: nuovi colori, odori e soprattutto suoni.
L’esperienza fatta mi ha spinto ad iscrivermi, appena tornata in Italia, ad un corso di percussioni dove misi per la prima volta le mani sul djembè che gli artigiani togolesi avevano costruito appositamente per me (con tanto di nome inciso). Da quel giorno non ho più smesso di suonare e l’anno successivo suonavo già con una band, con la quale ho girato diverse piazze d’Italia. Ricordo che in quel periodo studiavo tante ore al giorno, avevo le mani perennemente incerottate e ne andavo fiera 🙂
Dopo un primo approccio alle percussioni ho deciso di approfondire lo studio delle congas al Timba, divenendo allieva del maestro Roberto Evangelisti e frequentando assiduamente diversi laboratori (percussione afrocubana, africana, brasiliana e araba).

M.M.- Nel 2013 ti sei laureata presso la Facoltà di Medicina e Psicologia de La Sapienza in Scienze e Tecniche Psicologiche con una tesi dal titolo “La musicoterapia nelle demenze”. La musicoterapia, quindi, ricopre un ruolo fondamentale nella tua vita. Non essendo un argomento trattato di frequente ti andrebbe di descrivere in parole semplici in cosa consiste la musicoterapia?

A.M.- Certamente. Innanzitutto si fa distinzione tra musicoterapia recettiva e musicoterapia attiva. La musicoterapia recettiva si basa principalmente sull’ascolto musicale mentre nella musicoterapia attiva si utilizzano gli strumenti musicali per favorire la comunicazione tra il musicoterapista e il paziente. L’aspetto fondamentale della musicoterapia è quello della relazione, la quale diventa il campo entro il quale l’esperienza sonoro musicale può svolgere i suoi effetti terapeutici.

M.M.- Tu curerai una rubrica su Planet Drum che tratta proprio la musicoterapia. Devi sapere che il gruppo AMD communication, del quale fa parte anche Planet Drum, ha tra i suoi progetti quello di creare un’area disponibile per l’insegnamento della musica a disposizione per affetti dal Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività, o ADHD. Spieghiamo, per chi non dovesse sapere, che il Disturbo da deficit d’attenzione ed iperattività è un disturbo del comportamento caratterizzato da inattenzione, impulsività e iperattività motoria che rende difficoltoso e in taluni casi impedisce il normale sviluppo e integrazione sociale dei bambini. Vista la tua esperienza, come si affronta un percorso del genere e come ci si relaziona con i ragazzi affetti da ADHD.

A.M.- Lavoro a scuola sia come assistente psicoeducativo che come professionista in musicoterapia e secondo la mia esperienza posso dire che è fondamentale instaurare con questi bambini una relazione positiva, sia a casa che a scuola. Alcune strategie cognitivo comportamentali, inoltre, aiutano i genitori, gli insegnanti ma anche il bambino stesso a comprendere, gestire e ridurre i comportamenti problematici. La musicoterapia invece, specie se in contesto di gruppo, può offrire al bambino uno spazio in cui può scaricare la propria energia in modo sano e creativo, imparare a rispettare i tempi e gli spazi degli altri, allungare i tempi di attenzione, socializzare con i compagni.

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M.M.- So che da alcuni anni utilizzi il Drum Circle facilitato sia in ambito terapeutico che come strumento di aggregazione ed espressione sociale. Cos’è il Drum Circle?

A.M.-Il Drum Circle facilitato è un evento molto coinvolgente, in cui un gruppo di persone si trova a suonare tamburi e percussioni di varia natura e dimensione. L’attività è condotta da un facilitatore il quale accompagna i partecipanti in giochi creativi, improvvisazioni e momenti di musicalità. Al Drum Circle facilitato possono partecipare persone di qualsiasi età e non occorre essere dei musicisti. La musica viene creata nel “qui ed ora” e non si è legati a dei ritmi tradizionali.

M.M.- Da un punto di vista meramente musicale e viste le tue numerose esperienze e collaborazioni, riusciresti ad indicare quella che più ti ha “emozionato” sino ad ora?

A.M.- Sicuramente i “Milagro” perchè è stata una delle mie prime band nata nel 2004 e tuttora attiva. Siamo un gruppo di amici prima di essere un gruppo musicale, ci sono legata a livello affettivo…poi suonare Santana per un percussionista è davvero entusiasmante ed emozionante. Il gruppo è formato da ben 10 elementi (compresa la sezione fiati)

M.M.- Recentemente hai stretto una collaborazione con la Meinl – Viva Rhythm. Puoi parlarci del tuo set attuale?

A.M.- Sono molto felice di questa collaborazione avvenuta grazie a Master Music, il distributore ufficiale italiano, e per questo ringrazio Claudio Formisano e Claudio Canzano. In questo caso non si parla di un set ma ho a mia disposizione tutti gli strumenti del catalogo Viva Rhythm, dato che i Drum Circle sono rivolti a gruppi a volte molto numerosi. Gli strumenti comprendono diverse percussioni tra cui djembè, congas, timbas, tamburi bassi, cajon, percussioni a mano; i tamburi sono di diverse forme e dimensioni ed offrono sonorità tra loro diverse. Inoltre sono molto leggeri e di facile utilizzo, pensati soprattutto per chi non ha mai messo mano su un tamburo.

M.M.- Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

A.M.- Conducendo Drum Circle da qualche anno e seguendo tuttora un percorso di formazione, ho maturato uno stile personale di conduzione che è in linea con la mia identità sonora. La mia intenzione è quella di continuare a realizzare la mia formazione personale in psicologia e musicoterapia attraverso percorsi, seminari, convegni. Il 16 settembre a Monterosi (VT), ho presentato un intervento proprio sul Drum Circle come esperienza di promozione del benessere, nell’ambito di un convegno sulla divulgazione della musicoterapia. In campo musicale, invece, ho appena iniziato una nuova collaborazione con il batterista Patrizio Pirrone e il suo progetto “EasyPop La Storia del JukeBox”.

M.M.- Ti ringrazio di nuovo per il tuo tempo e invitiamo tutti a seguire la tua rubrica didattica su Planet Drum e ad incontrarti domenica 29 ottobre presso l’area MASTER MUSIC nell’evento MUSIKA dove ti esibirai, alle 12:00 e alle 16:30, in un meraviglioso Circle condotto insieme a Massimo Carrano.