Ludwig Speed King – Gretsch Floating Action

alt Per questo nuovo appuntamento col vintage su Planet Drum, ho scelto di occuparmi non esattamente di una batteria ma di due pezzi del cosiddetto hardware, cioè due pedali nati più o meno negli stessi anni: il celeberrimo Ludwig Speed King (o Squik King nomignolo datogli a causa del suo continuo cigolare) e il Gretsch Floating Action, pedale che precedeva come soluzioni di materiale, molti pedali contemporanei.
Probabilmente del Ludwig si sa già praticamente tutto, visto l’esposizione mediatica che questo pedale ha avuto, mentre per il Gretsch non credo sia cosi facile avere notizie.

Inziamo proprio da quest’ultimo

Anni 30: Due pedali a confronto

Ludwig Speed King – Gretsch Floating Action

alt Per questo nuovo appuntamento col vintage su Planet Drum, ho scelto di occuparmi non esattamente di una batteria ma di due pezzi del cosiddetto hardware, cioè due pedali nati più o meno negli stessi anni: il celeberrimo Ludwig Speed King (o Squik King nomignolo datogli a causa del suo continuo cigolare) e il Gretsch Floating Action, pedale che precedeva come soluzioni di materiale, molti pedali contemporanei.
Probabilmente del Ludwig si sa già praticamente tutto, visto l’esposizione mediatica che questo pedale ha avuto, mentre per il Gretsch non credo sia cosi facile avere notizie.

Inziamo proprio da quest’ultimo.

 

 

 

 

Il Gretsch Floating Action nasce nei tardi anni ’30 non per mano della Gretsch stessa, ma grazie ad una piccola ditta chiamata Martin Fleetfoot di Minneapolis che lavorava per Camco ed altre ditte. Il suo concetto era semplice, una molla esterna, una trazione a cinghia e una pedana piuttosto lunga. La novità? Era intanto in lega di alluminio, cosa non comune per quell’epoca, aveva i cuscinetti a sfera autolubrificanti ed era facilmente regolabile in tutte le sue parti, oltre altche a presentare una laccatura speciale per difendere l’alluminio! Le due colonne per il battente erano ricoperte in grafite.
Questo lo rendeva probabilmente il più veloce pedale allora esistente, anche se la Ludwig non fu mai d’accordo, e intorno agli anni ’40 la Camco decidette di vendere i diritti alla Gretsch per la produzione in larga serie. Negli anni ’70 Gretsch modifico il pedale con la trazione a catena singola, perdendo probabilmente la caratteristica originale, nel tentativo di restare al passo con l’evoluzione verso una maggiore potenza dei pedali.
A dir la verità in Italia non ebbe molto successo commerciale, probabilmente oscurato proprio dallo Speed King, ma come vedremo poi in una prova comparativa, forse alla Camco non avevano tutti i torti! Negli States molti batteristi ebbero a che fare con questo pedale, da Elvin Jones a Max Roach, Chico Hamilton ed Art Blakey. Mica nomi da poco!

 

 

 

Dello Speed King, nato esattamente nel 1937 dalla mente di William Ludwig, ormai si sa tutto, dalla doppia molla interna a compressione alla trazione diretta che ha ispirato in questi anni ditte come Axis o Trick, dalla pedana corta con il tacco reversibile alle velocissime sfere di movimento anche qui autolubrificate (forse idea presa dal Floatin, ma non si sa per certo).alt
Unica pecca era la difficoltà di regolazione delle molle che necessitavano lo smontaggio del pedale stesso e di un cacciavite per effettuare questa manovra, cosa facilmente superata quando il pedale veniva impostato e non veniva più toccato! Famoso il suo cigolare, diventato immortale nei dischi dei Led Zeppelin, tanto che appunto prese il soprannome di squik king. Ma nulla scalfisse la sua nomea e batteristi di fama mondiale lo usarono, da Bohnam a Paice, da Baker ad Appice, e una sfilza infinita di altri artisti che non riesco nemmeno a ricordare.

Terminato con le citazioni e la breve introduzione storica dei due pedali, passiamo all’atto pratico, come se questi “ vecchietti” fossero ancora l’ultimo ritrovato nel loro settore.
Devo dire che possedendo io ben 4 Speed king, di qui uno WFL, e un solo Floating action, lo scontro sembrava impari.
Dopo aver oliato, lucidato, rimesso a posto viti e molle, regolato e impostato tutti e 5 i pedali secondo le mie esigenze e la mia calibratura, mi siedo dietro ad una vecchia Slingerland, campo neutro per entrambi i contendenti!
Per prima cosa, noto che la differenza principale tra i due pedali è la risposta: dolce e sensibile quella del Floatin, aggressiva e potente quella del King. Chiaramente il tipo di trazione, a cinghia il primo, diretta il secondo, fanno una grandissima differenza. La velocità sembra a favore del King, ma devo dire che dopo un po’ di groove, il Floatin dimostra che la sua scorrevolezza nei tempi fast è incredibile. La deduzione logica è che il Floating è un po’ un maratoneta con cui tenere fast swing o latin senza fatica ma con media potenza, mentre il King è da doppi veloci, tripli, groove granitici in cui la cassa vibra a pieno sotto i suoi colpi. Due filosofie che si scontrano a pieno, due modi di concepire un pedale.
Ora, dopo un po’ di tentativi, cambi di pedale, brani etc. etc., mi accorgo che il King targato WFL (il più vecchio) è forse quello che ha più versatilità e che alla fine assomiglia di più al Floatin. Viene da chiedersi: ma allora, non sono tutti uguali questi Ludwig! Sarà il fatto che il King WFL e il Floatin nascevano in un era in cui si prediligeva la sensibilità alla potenza?
Forse, ma di sicuro i King degli anni sessanta e settanta hanno una potenza, data delle molle, molto più simile a quella dei nostri moderni pedali.

Un ultimo confronto per sfizio personale: prendo dal mio emporio personale un Axis ed un Iron cobra Flexi glide.
Li confronto e mi sembra di fare lo stesso lavoro che con i due vecchietti. Dopo Sessant‘anni di pedali, siamo ancora allo stesso scontro: velocità contro sensibilità.
La storia del King e del Floatin è la storia del nostro splendido strumento e alla fine, come sempre, ad ognuno il suo pedale: la differenza la farà sempre il piede che ci starà sopra!

Ripongo i miei vecchietti e con un po’ di divertimento ripenso al terreno neutro: avrei dovuto anche provare il confronto con lo Slingerland Epic! Ma sarà per un’altra volta….

Un saluto a tutti ed alla prossima, aspetto come sempre le vostre email e vi ringrazio per il supporto.
Ciao a tutti!
Mauro Gatto

{jcomments on}

Categorie: Vintage