Bellezze italiane: Super Alberti

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Molti anni fa, quando ancora il vintage non era diventato cosi di moda, mi trovai di fronte ad un annuncio on line per una batteria Alberti, italiana DOC, e cosi, curioso come sempre e nella mia ignoranza di allora in quanto a set italiani al di fuori di Hollywood, Wooding e Hipercussion non ne conoscevo, decisi di rispondere. Dopo alcuni scambi di e-mail, in un pomeriggio di settembre, mi ritrovai a caricare nella mia auto questa meravigliosa Alberti, madreperlata con pelli naturali e tutto l’hardware originale dorato e alquanto fantasioso nella sua concezione. Ma facciamo una piccolo passo indietro…chi è Alberti? E, soprattutto cosa è?

Bellezze italiane: Super Alberti

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Molti anni fa, quando ancora il vintage non era diventato cosi di moda, mi trovai di fronte ad un annuncio on line per una batteria Alberti, italiana DOC, e cosi, curioso come sempre e nella mia ignoranza di allora in quanto a set italiani al di fuori di Hollywood, Wooding e Hipercussion non ne conoscevo, decisi di rispondere. Dopo alcuni scambi di e-mail, in un pomeriggio di settembre, mi ritrovai a caricare nella mia auto questa meravigliosa Alberti, madreperlata con pelli naturali e tutto l’hardware originale dorato e alquanto fantasioso nella sua concezione. Ma facciamo una piccolo passo indietro…chi è Alberti? E, soprattutto cosa è? 

Un po’ di storia…
Umberto Alberti fu un costruttore di Milano, che intrecciò molti rapporti di lavoro con parecchie case costruttrici tra le quali la stessa Meazzi (quella delle Hollywood tanto per capirci ), la 3R e la FISAP, che poi erano praticamente parte integrante della ditta di Alberti. Nel suo catalogo, fin dagli anni quaranta, Alberti offriva svariati tipi di casse, tom e tom a terra, rullanti e anche, qualche anno dopo, banjos, campane tubolari, custodie, woodblock e altri manufatti musicali, set da bambini, aste e tutto il necessario per suonare. Le prime produzioni avevano uno stile Leedy, mentre l’adozione di blocchetti con tre piccoli tagli di colore rosso, davano più un senso Ludwig alla seconda produzione. Per tutto un trentennio, dagli anni quaranta agli anni settanta, la Alberti fu presente e adottata da molti batteristi famosi dell’epoca, uno su tutti Gegè di Giacomo estroso e virtuoso talento che faceva parte dell’orchestra di Renato Carosone, per poi sparire poi negli anni Ottanta a causa dell’arrivo delle giapponesi, ormai più economiche e facili da utilizzare. SuperAlberti1

La mia Alberti
Il mio strumento è caratterizzato da misure non internazionali ma più o meno riconducibile ad un set di questo tipo: cassa da 20” x 14”, tom 13” x 9”, floor tom 16” x 16”, rullante in legno 14” x 7”. Le pelli sono tutte naturali, probabilmente vitello, mentre l’hardware è in metallo semplice, con gli snodi colorati in oro, anche se non potrei dire se il colore sia originale o no. I fusti sono probabilmente in pioppo, con cerchi di rinforzo e con la rifinitura che copre il bordo, chiaramente arrotondato stile Slingerland, per un generale suono corposo e con poche armoniche.
Tra le tante particolarità la cosa che mi ha colpito è il reggitom sulla cassa formato da due pezzi di metallo che si agganciano al cerchio della cassa stessa, come del resto anche le gambe della cassa, una astina verticale che finisce su un perno dentato forato, dove scorre una barra zigrinata che funge appunto da braccetto e che entra direttamente nel tom. Un piccolo miracolo di equilibrio per far restare tutto in piedi! Però il risultato è funzionale e la batteria è assolutamente stabile e suonabile. Altra particolarità è una sordina per cassa, sempre esterna, da applicare per smorzare il suono fosse troppo invadente che, molto probabilmente lo era davvero per gli standard dell’epoca. Questa sordina permette, in compenso, un colpo di cassa ben definito e preciso. La pelle battente poi ha addirittura un piccolo cerchio di pelle, sempre naturale in stile Falam slam, incollato per smorzare ancora! Si doveva suonare piano, era chiaro il messaggio!
I tiranti delle viti sono tutti a testa esagonale, compresi quelli della cassa che non ha chiavi a T di nessun tipo. Il rullante ha una meccanica tendi cordiera col perno interno, perciò con la leva molto lunga e il porta retina molto sporgente. Il suono è corposo, con un volume contenuto ma non morto, con delle armoniche che ne caratterizzano la dolcezza del timbro e una facilità di accordatura, anche se l’umidità non gioca a suo favore. Devo dire che suonare uno strumento cosi, e io l’ho fatto molto spesso, comporta il bisogno di cambiare modo di colpire, lasciando vibrare e non spingendo mai, come si farebbe ora con una pelle in mylar perché il suono, essendo pelle naturale, morirebbe immediatamente sotto un colpo troppo forte. Direi una ottima palestra per migliorare il tocco “piano”.
SuperAlberti Snare
La soddisfazione comunque nel sentire questo strumento è veramente grandissima: oltre sessant’anni di vita e ancora qui, a dare tutto se stesso! Chiaramente la sua versatilità non è delle migliori, non si può pensare di fare rock con una batteria cosi, ma comunque in situazioni acustiche, e quando dico acustiche intendo quasi completamente prive di amplificazione, la superiorità sulla maggior parte delle moderne batterie si sente, perché la rotondità fatta di medio bassi e la poca potenza in volume, fanno amalgamare bene il tutto con contrabbasso, clarinetti e pianoforti. Ma anche con le chitarre acustiche, oppure in situazioni di musiche etniche, per mia personale esperienza facendo klezmer e balcanico, ho ottenuto un gran bel risultato. Per comodità di lavoro nelle fotografie non ci sono le aste originali, perché il loro smontaggio risulta un po’ ostico, ma solo per quello e perché in quanto a funzionalità sono ancora in ottime condizioni. Ultima nota di merito va spesa per il bellissimo badge che ritrae una scimmia intenta a percuotere una grancassa in cui sono incise una A dentro ad una U ad indicare il costruttore e in più due dettagli come il battente per cassa ed un piccolo triangolo. Perfino i badge erano veramente particolarissimi!

Ringrazio sempre vivamente Marco Mammoliti che mi ospita su Planet Drum con queste mie divagazioni vintage, e la consulenza di Luca Luciano, che per tutti gli amanti del vintage made in Italy ha appena pubblicato un bellissimo libro che potete trovare qui : http://www.agendaproduzioni.com/editoria%20luca%20luciano.html

Un abbraccio e scrivetemi sempre qui su mauro@perc1713.com oppure su face book https://www.facebook.com/pages/Mauro-Gatto-Groovin-page.

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A presto !!!  

Categorie: Vintage