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Fraseggio, linear, poliritmi…

 

Ciao a tutti, mi trovo ad essere ospite per la seconda volta sulle pagine di Planet Drum grazie all’infinita disponibilità di Marco Mammoliti e Alessandra Giovagnoli che tengono vivo questo importantissimo spazio web, e anche grazie al costante supporto dei miei “fratelli” Luca Capitani e Francesco “Finch” Russo.

 

Volendo parlare di fraseggio, ci si trova di fronte ad una sterminata possibilità di scelta e quindi ho optato per un modo che potesse mostrare aspetti diversi ma collegati tra loro e che ovviamente rispecchiasse il mio modo di suonare.

 

La cosa più importante che spero di passarvi con questo breve articolo è “il metodo”. Infatti in quest’ultimo periodo, soprattutto per quanto riguarda i linear, ci stiamo tutti un po’ “facendo prendere la mano” e il web è inondato da migliaia di video in cui si spiegano tantissimi pattern, da quelli più elementari a quelli funambolici.

Se avete provato ad impararne qualcuno e avete sudato per farlo, non dimenticate di farvi qualche domanda subito dopo. Domande elementari del tipo: “…e adesso?”, “Ho migliorato il mio fraseggio o comunque sono un musicista migliore dopo aver studiato questo pattern?”, “Saprei creare estemporaneamente delle frasi simili all’occorrenza?”. 

Se la risposta a queste domande è “no”, allora significa che state sbagliando il metodo ovvero avete copiato qualcosa senza però capirne il significato, la natura, gli elementi che lo compongono. Personalmente ritengo questo tipo di lavoro pressoché inutile.

 

Cercherò quindi di spiegarvi come ho lavorato per creare queste frasi (che sono solo degli esempi, delle possibilità in mezzo a migliaia di altre), in modo che possano essere uno stimolo, un modo come altri per entrare in un linguaggio, non una semplice imitazione.

 

Ho scelto delle frasi tipicamente ternarie formate da 12 note. 

Lavorando in sestine di sedicesimi il nostro pattern di base occuperà quindi due movimenti e dovremo ripeterlo una volta per coprire l’intera durata di una battuta di 4/4.

Al suo interno ho inserito più tecniche e più colori e quindi rudimenti, ghost, accenti, inserimenti di cassa (come resistere alla tentazione del linear!), i colori scuri dei tom e quello più brillante dell’hi-hat.

 

Prendiamo ad esempio il primo pattern. La prima sestina altro non è che un “rullo a 6” mentre la seconda è suonata a colpi singoli inserendo la cassa sul terzo e quarto sedicesimo. Avrete quindi degli accenti da scomporre a vostro piacere sul set, delle ghost che serviranno a “legare” la frase e il suono potente della cassa a fare da contrasto.

 

Nel secondo pattern invece ho privilegiato l’uso del doppio colpo di cassa che forma due gruppi di quattro note alternandosi con le mani all’interno delle sestine. Una soluzione adottata nel fraseggio di tantissimi batteristi di diverse estrazioni, soprattutto dall’avvento di Weckl in poi.

 

Notate come nel terzo pattern cambi una sola nota rispetto al secondo ma come questo sia sufficiente a modificarne radicalmente il sound. Questo perché l’uso di quattro sedicesimi consecutivi, senza usare la cassa, incentiva uno sticking a colpi singoli e quindi un uso diverso della dinamica nonché un’applicazione diversa sul drum set. Inoltre la variazione di quel sedicesimo interrompe quella figura a quattro colpi di cui parlavo poco sopra, stravolgendone la struttura ritmica. Questo per dire come spesso la resa finale passi attraverso i dettagli.

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Adesso provate a fare una cosa che reputo molto interessante ovvero riportate le frasi ternarie (non solo quelle in questione ma tutte quelle che vi vengono in mente), in ambito binario, su una base di trentaduesimi, creando una frase poliritmica. 

Dal punto di vista prettamente matematico avrete bisogno di altre 8 note per concludere la battuta in quanto siete partiti dalle 24 note del pattern in sestine e dovete arrivare a 32 note del pattern in biscrome. Potete quindi attingere dalla stessa frase o inserire 8 note conclusive con un sapore diverso (vedi le trascrizioni).

Dal punto di vista musicale invece DOVRETE RIPENSARE OGNI SINGOLA NOTA IN CHIAVE BINARIA. Non siete computer e non state facendo un “copia e incolla”! 

N.B. Nel riportare il secondo pattern in trentaduesimi ho invertito la posizione del doppio colpo di cassa col singolo per rendere il tutto più musicale, almeno secondo me, (vedi ex. 6).

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Riguardo al groove che ho scelto nel video dimostrativo, si muove sulla stessa struttura e con lo stesso criterio poliritmico dei fill, in modo da far suonare tutto più “coerente”. Ma questo è un altro argomento che non rientra in questo articolo…

 

{youtube}7SnDBi-WSCU{/youtube}

 

Detto ciò, spero che adesso vorrete provare a fare la cosa più importante: costruire le vostre frasi! Magari lavorando sui miei spunti o forse partendo da punti molto diversi e lontani ma comunque sempre seguendo una logica, un criterio.

 

Un ultimo importantissimo consiglio: al di là del percorso didattico/formativo che intraprendiamo, della tecnica e del talento, il “giudice ultimo” per tutto ciò che facciamo è uno solo: la Musica! Tutto il nostro studio, il nostro provare, deve alla fine risultare compatibile con ciò che la Musica richiede, deve essere contestuale alla situazione in cui ci esprimiamo altrimenti meglio non suonare niente. Studiare tante note dovrebbe servire prima di tutto a capire quali NON suonare prima ancora di quali suonare! 

 

Se volete contattarmi su facebook o via mail, sarò felice di rispondervi.

Un caro saluto a tutti. Rock on!!!

Marco Confetti

www.marcoconfetti.it

 

MARCO CONFETTI

Marco Confetti, musicista poliedrico dalle collaborazioni più svariate ma prevalentemente proiettato nell’ambito rock/blues.  L’intensa attività live lo ha portato a partecipare ai più prestigiosi blues festival nazionali (Pistoia Blues, Lodi Blues Festival, Sfilza Blues, Blues in Idro, Bordighera Jazz & Blues Festival). Ha collaborato, tra gli altri, con artisti del calibro di Giacomo Castellano, Mr. Banana Blues Band, Giacomo Ballerini e gli Hot Joints, Steve Arvey, Riccardo Onori, Jono Manson, Santiago, Marcomale e molti altri. E’ un insegnante abilitato dell’accademia Scuderie CapitaniDal 2009 coordina e dirige la scuola di musica New Generation Drum School. La sua intensa attività didattica comprende anche seminari e clinic sul territorio nazionale. E’ endorser dei marchi UFIP, Promark, Bode e Evans.