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Ciao a tutti! è un grande piacere per me poter scrivere in questa rubrica. Innanzittutto e doveroso un ringraziamento agli amici di Planet Drum il presidente Gianluca Capitani e l’instancabile Finch per questa opportunità.

Per questo appuntamento cercherò di esporre un argomento di solito poco trattato, riguardante quelle piccole noticine chiamate ghost notes (ovvero note fantasma) che hanno come caratteristica principale quella di essere suonate con una dinamica particolarmente leggera.

Le ghost notes non sono solo utilizzate da noi batteristi bensi vengono inserite nell’arrangiamento anche da altri strumenti, pensate in modo particolare ai pianisti jazz i quali praticamente ne fanno un largo uso.

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Ciao a tutti! è un grande piacere per me poter scrivere in questa rubrica. Innanzittutto e doveroso un ringraziamento agli amici di Planet Drum il presidente Gianluca Capitani e l’instancabile Finch per questa opportunità.

Per questo appuntamento cercherò di esporre un argomento di solito poco trattato, riguardante quelle piccole noticine chiamate ghost notes (ovvero note fantasma) che hanno come caratteristica principale quella di essere suonate con una dinamica particolarmente leggera. Le ghost notes non sono solo utilizzate da noi batteristi bensi vengono inserite nell’arrangiamento anche da altri strumenti, pensate in modo particolare ai pianisti jazz i quali praticamente ne fanno un largo uso. Per la batteria l’ultilizzo di questi abbellimenti diventa una forma di caratterizzazione per quanto riguarda alcuni generi musicali soprattutto nei break beat del funk e dei suoi sottogeneri in particolare la jungle. In buona sostanza queste frasi ritmiche oltre ad essere distinte dall’andamento spesso sincopato (cioè quando non viene rispettato il classico “back beat” con il rullante sul 2° e 4° movimento della battuta e il “down beat” con la cassa sul 1° e 3° movimento) del tempo vengono abbellite e colorate dalle ghost notes le quali possono fare dal punto vista espressivo il buono e cattivo tempo all’interno di un pattern ritmico. Provate a immaginare ad esempio se i batteristi di James Brown avessero suonato le sue canzoni senza le ghost notes, sentiremo sicuramente dei groove molto diversi e probabilmente meno gradevoli all’ascolto.

Ci sono diversi tipi di ghost notes che si possono utilizzare all’ interno di una frase musicale, tutti usiamo questo tipo di note musicali soprattutto quelle più conosciute denominate ghost notes regolari, cioè quelle a colpi singoli isolati, ma possiamo anche trovare altri tipi di ghost notes con caratteristiche diverse come le control strokes, le pull outs e ghost notes all’unisono.

Negli esercizi che vi propongo abbiamo una suddivione ritmica binaria utilizzando una quartina di sedicesimi (semicrome). Ogni esempio (A/B/C/D) è cosi suddiviso: la prima e seconda misura è relativa a esercizi preparatori, la terza e quarta misura sono applicazioni delle ghost notes con dei pattern. Nei pattern che troverete ho segnato sotto la misura (come si fa di solito) il numero dei movimenti (1° 2° 3° 4°) ognuno suddiviso in sedicesimi (1 e & a 2 e & a ecc…), in modo tale da avere ben chiaro il numero del sedicesimo in cui è collocata la nota che si stà suonando. Nell’ ultima parte trovate degli esercizi riassuntivi di groove breakbeat sviluppati su 2 misure in cui ho elaborato una miscela delle 4 tipologie di ghost notes.

Sarà particolarmente importante prestare attenzione all’esecuzione e alla cura delle dinamiche soprattutto all’utilizzo del charleston che potrà essere suonato successivamente sia con accento in battere che con accento in levare. Consiglio di partire a una velocità metronomica di 60bpm e nel momento in cui si ha aquisito perfettamente la frase aumentare gradualmente stando bene attenti a mantenere una fluidità nell’esecuzione.Tenete presente che questi breakbeat se suonati approssimativamente ad una velocita tra gli 85 e 115bpm avranno un respiro Funk, mentre a velocita sostenute intorno ai 180 e 200bpm sono collocabili in atmosfere legate alla musica jungle.

In conclusione vorrei consigliarvi vivamente l’ascolto di batteristi e relative band che sono per me una fonte inesauribile per lo sviluppo e la cura di questo tipo di drumming :

Joseph”Zigaboo” Modeliste (The Meteres), Clyde Stubblefield (James Brown), Jhon”Jabo”Starks (James Brown), David Garibaldi (Tower of Power), Ahmir”Questlove”Thompson (The Roots), Adam Dietch (Lettuce), Stantone Moore (Galactic), Danny Farrugia (The Bamboos), Jo Jo Mayer (Nerve).

Per qualsiasi domanda non esistate di contattarmi! Spero di esservi stato d’aiuto e di avervi trasmesso qualcosa di interessante, buon divertimento e a presto!!

Daniele Sulis 

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DANIELE SULIS

Ha studiato con Salvatore Corazza, Giampaolo Conchedda, Cosimo Lampis. Ha seguito corsi di perfezionamento con: Dom Famularo, Dave Weckl, Jo Jo Mayer, Mike Quinn, Agostino Marangolo, Ellade Bandini, Max Furian. Collabora in studio e live con: Sikitikis, Max Casacci (Subsonica), Manuel Fusaroli (Nada, Bugo), Dorian Gray, Vincenzo Vasi (V.Capossela), Fabio Gurian (Sanremo orchestra), Vito Miccolis (E.Finardi), Robertina Magnetti (Mike Patton), Lucido Sottile, Michele Santoro, Collettivo Wu Ming, Michela Murgia, Marcello Fois. Tour con oltre 450 concerti in tutta Italia in teatri, piazze e nei live club più importanti. Festival: Italia Wave, Indipentent Day, Mi Ami, Traffic, Sherwood, Umbria Film Festival, Venezia Film Festival ecc. Suona come guest nel tour “Terrestre” dei Subsonica, nei Palasport di tutta Italia. Condivide il palco con: Ligabue ,Queens Of The Stone Age, Skin, Bad Religion, Social Distortion, Editors e tanti altri. Colonne Sonore per i film: “Cosmonauta” (Sergio Rubini,Claudia Pandolfi) per Fandango Film, ”Jimmi della Collina” di Enrico Pau e il corto ”Le Rivoluzionarie”. Ha girato una decina di video clip in rotazione nelle emitteni: MTV, All Music, Rock tv, Rai Sat. E’ un docente dell’Accademia Scuderie Capitani per la regione Sardegna, collabora con Scuole Civiche e strutture private. E’ endorser italiano per i marchi DRUMSHOPUSA e SOULTONE.

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