Una vita tra batteria, allievi e riviste

Marc Dicciani è un batterista e un educatore da ormai moltissimi anni. La sua esperienza e professionalità sono conosciute e apprezzate da sempre più studenti che trovano in lui una guida per migliorare non solo come batteristi, ma soprattutto come musicisti! Marc scrive da anni per una delle riviste più importanti al mondo “Modern Drummer”; con la stessa chiarezza e disponibilità che lo ha reso famoso in America, ci parlerà di moltissimi aspetti che riguardano lo studio, la carriera, il lavoro, ecc.
Buona lettura!

Ciao Marc, ecco la domanda di rito. Quando hai iniziato a suonare la batteria? Dove hai studiato? 

Ciao a tutti. Nella mia famiglia, di origine italiana, tutti amavano la musica, ma in particolare mia mamma e mio nonno. Quindi sin da bambino sono stato a contatto con molta musica. Sono cresciuto a Philadelphia e ricordo che sin da giovanissimo sono stato attratto dalla batteria. I miei all’età di 10 anni mi hanno comprato un set di bongos, ma devo dire che mi sono avvicinato “tardi” allo strumento vero e proprio. La prima lezione l’ho avuta a 15 anni; grazie a mio zio che suonava il sassofono sono stato introdotto a uno dei migliori insegnanti di batteria della zona, Paul Patterson. Durante il periodo scolastico sono stato dapprima inserito come “tenor drum”, poi come rullante principale e infine come batterista nella jazz band della scuola. Ricordo chiaramente quanto a lungo mi esercitavo durante quegli anni e quanto forte fosse il mio desiderio di diventare batterista. In seguito ho fatto un’audizione per entrare in quella che oggi è la University of Arts di Philadelphia, perché aveva una delle migliori big band jazz dell’intero paese. Dopo un primo fallimento, ho continuato a esercitarmi e sono riuscito a entrare per il rotto della cuffia, dovendo seguire dei corsi estivi per migliorare nelle aree deficitarie. Sebbene non avessero un programma di jazz a quel tempo e dovetti quindi studiare percussioni classiche, ho continuato a prendere lezioni di batteria all’esterno del college.

E in seguito quali sono state le esperienze principali che hai avuto?

Mentre ero ancora al college, sono entrato nella house band di una famoso night club di Philadelphia. Ogni settimana arrivava una celebrità che dovevamo accompagnare: i Temptations, Frank Sinatra, Natalie Cole, Sammy Davis Jr, etc. Ricordo che una sera l’ospite fu Ben Vereen, molto attivo nei musical. Stava finendo l’ultima parte del suo tour e portò, proprio per quell’occasione, molte partiture nuove. Sebbene avesse già un batterista che lo accompagnava, questo non sapeva leggere bene. Quindi mi fu chiesto di suonare le canzoni a prima vista per permettere al loro batterista di memorizzarle. Alla fine a Ben piacque come suonai alle prove e mi ingaggiò per il tour che durò i 6 anni successivi. Ho avuto quindi l’opportunità di viaggiare per tutto il paese facendo centinaia di concerti, registrando Jingle pubblicitari, facendo sessions, etc. Ho avuto anche l’onore di suonare con moltissimi musicisti conosciuti nell’ambito jazz e non solo: Randy Brecker, Jon Faddis, Pat Martino, Jimmy Bruno, Grover Washington Jr., Tom Kennedy, Robin Eubanks, Stanley Clarke, Kurt Elling e pensate anche Steve Vai.

So che adesso, una parte importante della tua attività riguarda l’insegnamento, vero?

Insegno alla University of Arts di Philadelphia da oltre 15 anni. Ho insegnato molte materie, da “Music Business” a “Music Careers” e ho diretto molti ensemble, ma quello che amo di più fare è insegnare batteria. Insegnare batteria a questi livelli mi ha obbligato a ricercare, analizzare e studiare molte cose nuove permettendomi di crescere anche come musicista. Sento inoltre di avere quella che certi chiamerebbero “missione” nell’insegnare ai miei studenti come studiare ed esercitarsi in modo efficace e a eliminare alcuni vecchi luoghi comuni su tecnica, ecc.

Già, è sempre molto difficile studiare ed esercitarsi in modo efficace…qualche consiglio su questo argomento?

Penso sia difficile per due motivi: il primo è che quando si studia correttamente non è sempre molto divertente perché si fanno cose che non riusciamo ancora a padroneggiare. E la seconda è che la batteria è uno strumento così divertente che è facile scivolare nell’esercitarsi solo sulle cose che già ci vengono bene, proprio perché è più divertente. Bisogna avere obiettivi specifici e con questo non intendo semplicemente stabilire di diventare “bravi batteristi”; intendo avere cose molto specifiche a cui puntare per migliorare come musicisti e batteristi. Proprio perché il nostro tempo sembra essere sempre troppo poco, è imperativo che lo passiamo ad esercitarci su tutte quelle cose che ci possono far migliorare realmente. Per esempio, non chiedo mai ai miei studenti di studiare o esercitarsi molto sui rudimenti, a meno che il loro obiettivo non sia quello di diventare un “rudimental drummer”. Non dico che i rudimenti siano qualcosa da sottovalutare, ma semplicemente credo che ci siano tante altre cose da studiare per migliorare tecnica, controllo, suono, musicalità, ecc Certo che se avete a disposizione 12 ore al giorno, studiare i rudimenti per 30 minuti tutti i giorni non dovrebbe essere un impedimento troppo grande. Nella mia attività vedo anche troppi ragazzi che suonano su un practise pad per troppo tempo…ma il pad non è uno strumento. Nonostante esso serva per isolare certe cose dal punto di vista tecnico, di sicuro è un ostacolo per altre cose come il tocco, il suono, il groove, il feel, ecc.

Quindi quelle sono le cose che tutti i batteristi dovrebbero studiare e migliorare, giusto?

Penso che ogni batterista dovrebbe sviluppare un gran numero di fattori. I primi che mi vengono in mente sono: tecnica, tocco, feel, musicalità, uso delle tecnologie moderne e l’abilità di suonare molti stili diversi.
Una delle più importanti è proprio la musicalità; essa comporta rendersi conto che, nonostante si stia suonando uno strumento a suono indeterminato, lo si suona con altri musicisti. Molto spesso i batteristi passano così tanto tempo a studiare da soli che non sviluppano la capacità di ascolto e la sensibilità necessaria per rapportarsi con altri.
Credo inoltre che la capacità di suonare molti stili sia fondamentale per diventare musicisti migliori. E per suonare molti stili non intendo solo imparare beats e grooves. Più stili si conoscono e maggiori sono le cose a cui possiamo attingere mentre suoniamo. Tutti gli stili infatti aiutano a creare una personalità unica che si esprime ed esce proprio quando ci stiamo esibendo.
Per quello che riguarda la tecnologia invece, è ormai una cosa data per scontato sapere suonare col click e con loops sia in studio che dal vivo. Questo non si limita solo al fatto di suonare insieme a questi strumenti, ma anche sapere ascoltare un loop e capire cosa suonare e cosa non suonare. Oltre a tutto questo però ci sono anche una serie di qualità personali da tenere presenti:
responsabilità, professionalità, sapersi relazionare con altre persone, affidabilità.

So di fare una domanda provocatoria, ma pensi sia utile studiare stili diversi anche se poi non si ha la possibilità di suonarli dal vivo?

Assolutamente. Ogni stile si relaziona agli altri e ti aiuta a esprimerti con maggiore creatività e musicalità, anche se non stai suonando direttamente quello stile. Il grande Tony Williams una volta ha detto: “A volte ti rendi conto di quanto ti abbia fatto bene studiare una certa cosa solo molti anni dopo”. Quindi tenete sempre le orecchie, ma soprattutto la mente aperta per qualsiasi influenza possa capitarvi.

Qualche altro consiglio per quanti vogliano diventare batteristi di professione?

Siate pazienti! Sia che lo vogliate fare come lavoro che come divertimento, probabilmente lo farete per tutta la vita, quindi rilassatevi e godetevi il viaggio. Uno dei miei obiettivi era quello di passare la vita dietro i tamburi, non tanto di essere un professionista. Credo inoltre che non esista il “talento” così come riferito da molte persone. Per me il talento è sapere cosa amiamo, avere la fiducia in noi stessi per seguire i nostri sogni e avere la passione e la determinazione di lavorare duro per raggiungerli! Non ci sono segreti per diventare batteristi professionisti…esercitatevi intelligentemente, suonate molto e amate ciò che fate…il resto accadrà di conseguenza!

Grazie per i preziosi consigli Marc. Vuoi aggiungere altro?

Grazie a voi e a tutti i marchi che mi supportano: Yamaha, Sabian, Regal Tip, Remo, Latin Percussion, MONO Cases e Modern Drummer e In-Concert dove scrivo regolarmente. Vi invito a visitare il mio sito dove approfondisco molti degli argomenti trattati in questa bella intervista www.dicciani.com Potete anche contattarmi al mio indirizzo email: mdicciani@uarts.edu
Grazie mille a Planet-Drum e un saluto a tutti!