ENZO FILIPPONE

Quattro chiacchiere con…

EnzoFilippone_2008

Nato a Palmi (RC) il 3 Marzo 1965, dopo varie esperienze con artisti italiani (Evergreen, Tiziana Rivale, Massimo Urbani ecc..) nel 1993 si trasferisce a Madrid dove inizia una collaborazione live e in studio con alcuni tra i più rappresentativi artisti della Spagna….

ENZO FILIPPONE

Quattro chiacchiere con…


Nato a Palmi (RC) il 3 Marzo 1965, dopo varie esperienze con artisti italiani (Evergreen, Tiziana Rivale, Massimo Urbani ecc..) nel 1993 si trasferisce a Madrid dove inizia una collaborazione live e in studio con alcuni tra i più rappresentativi artisti della Spagna come: ALEJANDRO SANZ, SERGIO DALMA, JOSE EL FRANCES, NINA PASTORI, ROCIO JURADO, MELENDI, MONCHO, MANOLO TENA, VARGAS BLUES BAND, PASTORA SOLER, LORENA, MODESTIA APARTE, MONICA MOLINA, NACHO CANO, ANDY Y LUCAS, AZUCAR MORENO, LOS CHUNGUITOS, ALEX UBAGO, DAVID DE MARIA, DAVID BUSTAMANTE, JOSE DE CASTRO, THE BOLIVIANS ecc… Ha avuto interviste su riviste di settore come Batteria Total (Spagna) e Percussioni. Ha partecipato ad alcuni tra i più grossi drumfestival della Spagna, esibendosi con batteristi di fama internazionale come: Billy Cobham, Steve Ferrone, Horacio “El Negro”, Akira Jimbo, ecc…

L’Umiltà, l’eperienza e la passione per la musica hanno fatto di Enzo uno dei batteristi più quotati in Spagna, oltre 100 dischi registrati con le più grandi case discografiche (SonyBmg, Virgin, Universal, Wea, Emi, ecc…) sono la testimonianza del lavoro svolto fino ad oggi.

Meki Marturano: Cosa ti ha portato a trasferirti in un nuovo paese?
Enzo Filippone: E’ stata la casualità a portarmi fuori. Negli anni ’90 venivano in Italia, in particolare a Castel Bolognese, artisti spagnoli per registrare dei dischi. Registrai un disco per un gruppo che si chiamava Platon, che vendette più di 150.000 copie e mi invitarono a fare il tour. Il tutto grazie a Clemente Ferrari (arrangiatore di Carmen Consoli, Paola Turci, Max Gazzè) con cui all’epoca registravo e suonavo dal vivo. Nel ’93 dopo il tour con i Platon non sapevo se tornare o restare, ma il dubbio è svanito dopo aver conosciuto la mia attuale moglie. L’unica cosa che mi manca è la famiglia e il mare del Sud.

M.M.: Quali sono state le difficoltà che hai trovato ad inserirti in un nuovo circuito musicale?
E.F.: Le difficoltà sono state molte, anche se per me è stato più “facile” perché andavo in Spagna con un contratto. EnzoFilippone_2008
Una volta presa la decisione di rimanere, dato anche dal fatto che tutti i musicisti mi rassicuravano che avrei avuto molte possibilità, ho cominciato a suonare con chiunque mi chiedesse di farlo e sinceramente spesso le situazioni non erano molto entusiasmanti. La mia filosofia è però quella di pensare che qualsiasi lavoro non va mai sottovalutato anzi, bisogna dare il massimo e cercare di avere sempre una buona preparazione su qualunque cosa si stia suonando perché non puoi mai sapere chi ti sta ascoltando. Ad esempio la prima volta che ho suonato con Clemente è stato in un matrimonio a Vibo Valentia e da li è nato tutto. E’ molto importante lasciare un buon segno o perlomeno cercare di farlo. Ovviamente il fattore umano, la puntualità, la serietà, ecc., sono indispensabili.

M.M.: Quando è nata la passione per la batteria e quali sono stati i batteristi che ti hanno influenzato?
E.F.: Più che per la batteria, c’è sempre stata una passione per la musica in famiglia. Mio padre era un barbiere/chitarrista e tutti i lunedì ascoltavo le prove del suo gruppo che si facevano nella cantina di casa mia. La prima batteria che ho visto da vicino è stata una Trixon con pedali Gretsch del batterista Pino Ciappina che mi regalò le mie prime bacchette. Naturalmente il fatto di avere in paese batteristi come Marcello Surace mi ha aiutato molto allo sviluppo della passione, anche perché erano degli stimoli reali vedere vivere di musica qualcuno anche se è nato in “ Calabria saudita”. Il primo batterista che volevo imitare è stato Stewart Copeland, infatti avevo un gruppo con il quale facevamo tutti i brani dei Police. Con il tempo ho imparato ad ascoltare altri batteristi come i grandi Elvin Jones, Tony Williams Jack DeJohnette, Billy Cobham. Negli anni ’90 anche io, come molti altri, sono stato affascinato da Dave Weckl, che è stato molto criticato, ma senza dubbio ha contribuito allo sviluppo della tecnica e della musicalità sulla batteria.

M.M.: Che musica si “respira“ in Spagna? Oggi si parla spesso di businness nella musica, cosa ne pensi?
E.F.: Anche in Spagna si è sentita molto la crisi del disco come in tutta Europa, ma per fortuna sono aumentati i concerti dal vivo. Un lato positivo del mercato spagnolo, vista la vicinanza della lingua è il mercato sudamericano che è molto ampio. La pirateria ha fatto danni però, ad essere sincero, ha aiutato molti artisti a farsi conoscere come ad esempio Melendi che riempiva tutte le sale ad ogni concerto nonostante ancora non fosse conosciuto al grande pubblico.

M.M.: Come è nata la passione per il flamenco?
E.F.: Quando suonavo con Alejandro Sanz ho avuto il primo approccio con il flamenco. Infatti Alejandro durante il concerto cantava due brani di flamenco puro. Il fatto di non capire mai dove iniziasse e finisse il ritmo di buleria mi ha portato ha comprare tutti i dischi di Paco De Lucia e studiarli, anche perché in occasione di un concerto a Madrid con Alejandro ho dovuto accompagnarlo. In seguito mi chiamò il gitano Josè el Frances per collaborare in studio e dal vivo. Il fatto che un gitano mi chiamasse mi sorprese molto, anche perché tra le altre cose, mi avevano chiamato per sostituire Mino Cinelu, che aveva registrato parte del disco. Al principio non ero molto sicuro di accettare, perchè pensavo si trattasse di flamenco puro, però dopo aver ascoltato il disco e aver avuto la “benedizione “ dei gitani ho accettato perché serviva un batterista funky con la conoscenza “de los palos” (buleria, tango e tanguillo de cadiz, rumba Catalana).

M.M.: Quando ti chiamano per registrare un disco cosa cosa ti chiedono i produttori?
E.F.: Se stiamo parlando di produttori Pop molte volte la cosa non risulta fluida perché sono molti i casi di incompetenza, per non parlare dei fonici improvvisati che esprimono il loro giudizio sul suono della batteria senza aver ascoltato il brano in questione. Sono poche le volte che è chiaro quello che vai a registrare, senza contare che quando registri molti dischi ti trovi di tutto. Quando mi chiedono di essere me stesso allora tutto diventa più facile e per fortuna succede spesso ultimamente.

M.M.: Attualmente quali sono i tuoi impegni?
E.F.: Sono in tour con il duo spagnolo Andy y Lucas, un fenomeno da fans che ha già all’attivo tre dischi in studio e uno dal vivo. Il tour è iniziato a febbraio 2007 è finirà a fine giugno 2008, sono anche impegnato dal vivo con il chitarrista sagnolo Jose De Castro e con una cover band di Jeff Beck. Sto ultimando i provini del mio disco da solista che spero di registrare al più presto.

M.M.: Che strumentazione utilizzi dal vivo e in studio?
E.F.: Da un anno ho rispolverato la YAMAHA rock tour custom che mi regalò mio padre 18 anni fa, che in studio è molto versatile, dal vivo utilizzo la sorella maggiore ovvero la birch custom absolute con misure 22” 10” 12” 14” 16”. Per quanto riguarda i rullanti ne ho diversi e di varie misure, i piatti sono Sabian HHX : hi-hat14”, crash 14”,16”,18”, spash 10”, ride 21”, china 18” mentre le bacchette sono delle Vic Firth 5 A – 5 B.

M.M.: Cosa consigli ai giovani che vogliono intraprendere la professione del musicista?
E.F.: Armarsi di buona volontà, naturalmente studiare e conoscere a fondo le varie culture musicali ed essere solidali verso gli altri musicisti, perchè a volte i nemici dei musicisti siamo noi stessi.
Un saluto caloroso a tutti gli amici di Planet-Drum.

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